COSTRUIRE I COMITATI PER LA PACE

Documento approvato dalla Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.

Roma, 17 aprile 1999

La guerra degli Usa e della Nato continua e si intensifica.

I bombardamenti si susseguono e producono devastazione. Continua da parte delle forze militari serbe la repressione contro la popolazione albanese del Kosovo, permessa dal ritiro degli osservatori Osce e istigata dai bombardamenti, e continua l'ignobile strumentalizzazione del dramma dei profughi al fine di giustificare e preparare un'ulteriore escalation del conflitto.

Intanto alcuni Obiettivi che la guerra della Nato si prefiggeva sono già stati raggiunti: l'allineamento di tutti i governi europei sulla base della strategia americana di creare instabilità nei Balcani, in Medio Oriente e nel Mediterraneo, al fine di rilanciare G7 e Nato come governo reale del mondo con la conseguente ulteriore umiliazione dell'ONU e della Russia; la neutralizzazione, per un lungo periodo, della prospettiva dell'Europa sociale e democratica sulla base della iscrizione della costruzione europea nell'ambito della globalizzazione, delle politiche neo-liberiste e dei nuovi assetti neo-imperialistici,

Fra le forze comuniste, antagoniste e pacifiste da un lato e i partiti socialdemocratici dall'altro si approfondisce una divisione sulla guerra e cioè sulla costruzione di un nuovo ordine mondiale fondato sulla violazione del diritto internazionale, sul primato dell'"occidente" come dominio capitalistico e come superiorità culturale. I governi europei membri della Nato hanno in parte subito e in parte promosso insieme agli USA questa nuova situazione, ma sono tutti responsabili della guerra che non mancherà di avere conseguenze molto gravi anche sulle loro politiche interne.

Di fronte a tutto ciò è necessario continuare ed intensificare la mobilitazione di massa contro la guerra e le iniziative non governative e non militari di solidarietà internazionale verso tutte le popolazioni coinvolte, con tutte le forze pacifiste, di sinistra, laiche e religiose, quale che sia la loro collocazione partitica. Bisogna far crescere nel paese la critica e la protesta contro la guerra, dobbiamo saper guadagnare alla contestazione della guerra stati crescenti della popolazione, della classe operaia, degli intellettuali. La contrarietà alla guerra della Nato è imprescindibile per proporsi obiettivi politici realistici capaci di fermare il conflitto e di sconfiggere la strategia americana e della Nato. Chiediamo l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra e il ripristino della legalità costituzionale. Chiediamo di fermare subito l'aggressione alla Repubblica Federale Jugoslava sia per salvare tutte le popolazioni che la subiscono sia per riattivare la trattativa per una soluzione politica della questione del Kosovo che sventi l'intervento di terra e la probabile spartizione etnica della Serbia.

Chiediamo l'immediata sospensione dei bombardamenti da parte della Nato e la contemporanea immediata cessazione della repressione militare serba in Kosovo per restituire alla trattativa e alla politica la soluzione di pace.

Chiediamo di approntare un piano di ricostruzione e sviluppo di tutte le zone sconvolte e distrutte dai bombardamenti, gestito senza nessun coinvolgimento dei militari.

Chiediamo la convocazione di una Conferenza internazionale nei Balcani sotto l'egida dell'ONU e l'approntamento di un corpo di pace costituito senza la presenza dei paesi che hanno partecipato alla guerra.

Il PRC intensificherà i propri sforzi affinché i partiti membri del Gue e quelli ad esso collegati possano in modo coordinato ed unitario promuovere un forte movimento per la pace europeo e sappiano dialogare e collaborare più intensamente con tutte le forze le progressiste contrarie alla guerra della Nato sia nell'Est dell'Europa sia in tutto il mondo.

Dopo le grandi manifestazioni unitarie di queste settimane, nelle quali il PRC ha profuso il massimo impegno, è necessario che il movimento pacifista cresca organizzandosi stabilmente nel rispetto e nella valorizzazione di tutte le culture e pratiche che vi hanno partecipato.

La Direzione del PRC fa appello a tutte le proprie organizzazioni affinché, oltre al livello nazionale, partecipino e contribuiscano a promuovere forme di coordinamento del movimento capaci di crescere e durare nel tempo in ogni città, paese e luogo di lavoro e di studio.